ES WAR EINMAL…ISTANTI INFINITI…

Più di due decenni dopo il suo esordio discografico Markus Stockhausen è giunto di nuovo a un punto che sa di libertà. Ha trovato un trio con gli stessi strumenti di prima, che lo sostiene, che lo fa volare. Ha raggiunto un grado di riflessione, una maturità artistica, che unisce, sullo stesso piano, intuizione e controllo, personalità e perfezione. Il frutto è un equilibrio musicale in cui si sente la lotta che lo ha condotto sino lì, e nello stesso momento una forza che sembra giungere dai suoni stessi. Al centro di tutto c’è l’estetica del suono, l’effetto, il legame tra idea e espressione, poi su un altro livello la scomparsa del concetto compositivo senza perdita strutturale. Un insieme che genera l’arte. La naturalezza nell’ artificiale. La musica del trio Stockhausen-Comisso-Thomé ha un qualcosa di eracliteo. Racconta, chiacchiera, ragiona e discute immersa in una vivace comunicazione tra tutti e segue contemporaneamente una corrente costante di impressioni, portando avanti gli artisti in modo cauto ma deciso. Ci sono attimi di sosta, di silenzio, c’è il picaresco come l’introverso, c’è la semplicità che rafforza il contrasto con altri elementi compatti. Ma soprattutto c’è il momento del lasciarsi andare sulla base di una idea comune più forte che mai. Così il cerchio si chiude. Quello che cominciò con „Strahlenspur“, il suo primo brano inciso nel lontano 1983, come un colpo di fortuna via via crescendo è diventato un linguaggio sonoro, che cerca suo pari nel campo dell’improvvisazione, della comprovvisazione.