Per la terza tappa della registrazione delle opere di Galuppi, Fluente Records si è rivolta ad Enrico Bissolo, che ha inciso sei sonate su un cembalo Keith Hill. E’ ben noto che la vastissima produzione di Galuppi fu capace di spaziare nei più disparati generi: dal melodramma fino alla musica sacra, spirituale e strumentale. La sua opera travalicò i confini della Serenissima, e solo nella seconda metà del Settecento (lui vivente) si pubblicano edizioni a stampa fra Parigi, Londra e praticamente in tutte le capitali europee. I manoscritti (rari gli autografi) superarono i confini del Vecchio Continente sbarcando soprattutto nelle Americhe. La diffusione a “macchia di leopardo” interessò in modo particolare, e per ovvi motivi, la musica per tastiera; le sonate di Galuppi sono quasi completamente prive di datazione salvo rari casi, e si conservano solitamente in una sola fonte manoscritta. Solo per le poche opere a stampa abbiamo termini ante quem ad esempio con la pubblicazione delle cosiddette Opera I e Opera II (Walsh, Londra, 1756 e 1759). Gli unici criteri di datazione sono dunque affidati alla valutazione stilistica, che passa dal carattere toccatistico delle pagine giovanili per lambire il carattere Sturm und Drang che certamente aveva risentito della conoscenza di Mozart (presente a Venezia negli anni giovanili) e dei lunghi viaggi all’estero del Compositore. Rimane tuttavia costante nello stile di Galuppi un amore palese per la “cantabilità” di stampo operistico che il Buranello trasferisce con grazia originale nelle partiture per tastiera, immaginifiche “scene” quasi sempre riconducibili ad un’astratta, allegorica rappresentazione di un mondo “altro,” ossia quello del teatro.