GIVING UP THE GHOST

Osservando la formazione e il modus operandi dei MOUNTAINEER, è importante distinguere tra i primi due album, “Sirens and Slumber” (2017) e “Passages” (2018), e la recente produzione della band californiana. Oggi gestisce un sestetto la cui prima uscita è stata “Bloodletting” del 2020 e che ora si presenta sul quarto long player “Giving Up The Ghost” ancora più sintonizzato. Il gruppo con sede a Oakland è stato descritto come dark doom, post metal, shoegaze e heavy rock. Tutto ciò confluisce nella musicalità di MOUNTAINEER, ma nessuno dei termini da solo rende giustizia all’operato della band. C’è molto di più, perché i californiani non si soffermano su questioni di eredità o limiti di genere. Riguarda l’espressione musicale. Il focus è sulla trasmissione dei sentimenti: aperta, implacabile e intuitiva, ma anche con circospezione e intenzioni chiare. “Giving Up The Ghost” è un album in cui i sette brani sono inevitabilmente legati come fossero un’unica canzone e, all’inizio, non ci si rende nemmeno conto di quanto si possa venire attratti dall’incantesimo della musica. Questo esprime l’eccellente scrittura delle canzoni di MOUNTAINEER. Il quarto album del sestetto si sviluppa ricco di contrasti e tensioni, ma anche equilibrato e connettivo.