IL SALTIMBANCO E LA LUNA
€13,92
Disponibile
“Sono gratificato e commosso da quanto avete pensato di fare, andate avanti”. Enzo Jannacci, già purtroppo molto malato, rispose così all’idea di opera teatrale con cui Andrea Pedrinelli e Susanna Parigi volevano divulgare, sin dal 2011, non solo i centri poetici della sua arte musicale, ma anche i pilastri morali della sua persona. L’idea de “Il Saltimbanco e la Luna” è nata nel giornalista Andrea Pedrinelli proprio in seguito all’aver conosciuto Jannacci, un uomo – prima che un artista – capace di dire, nelle interviste: “Ciò che conta è la dignità. Ricorda, Pedrinelli, non si traffica con la coscienza. Mai”. E la voglia del giornalista di mettersi al servizio delle parole e delle canzoni di un personaggio come Jannacci, mai veramente capito e tantomeno apprezzato nel centro vero della sua poetica, ha trovato una sponda fertile nel coraggio di Susanna Parigi. Una cantautrice disposta a mettersi in gioco come esecutrice e non solo, per valorizzare il proprio dono di artista dando voce a un Maestro della propria arte. “Il Saltimbanco e la Luna” è nato così. Un giornalista che, stanco dei meccanismi stantii seguendo i quali sui media non si può mai approfondire, voleva dare voce a un genio a suo parere assoluto. Un’artista che, rinnovando la propria sfida di musica intelligente, ha accettato di confrontarsi con un repertorio a tratti difficilissimo e comunque inesplorato. Un gruppo teatrale abituato a fare teatro comunicativo e insieme colto, gli Eccentrici Dadarò, a dare forma sul palco a parole, valori, emozioni, note di Enzo Jannacci. E lui, Enzo, “gratificato e commosso”. Enzo non ha visto arrivare “Il Saltimbanco e la Luna” ad Asti Teatro o al Club Tenco, e purtroppo non vede neppure uscire questo disco che testimonia il grandissimo lavoro fatto da Susanna Parigi su quei brani che sono il reale fulcro della sua arte cinquantennale. Però ora questo disco c’è, lavorato con calma e con amore, con Susanna Parigi che, dopo aver scelto con Pedrinelli i brani da eseguire, li ha trascritti per piano solo ascoltando i dischi originali (non esistono spartiti…), li ha arrangiati senza pensare a pianobar o revival, e li ha calati dentro di sé. Come racconta nel libretto del Cd: che contiene anche la scelta degli autori di abbinare “Il Saltimbanco e la Luna” ad uno sponsor sociale, quella “Scarp de’ tenis”, rivista della Caritas Ambrosiana, che prendendo il nome da un capolavoro jannacciano aiuta gli ultimi. Come Enzo sempre ha fatto. E nel libretto sono contenuti anche disegni inediti realizzati per le iniziative benefiche di “Scarp”, oltre che il contributo di un disabile per riflettere sulla disabilità (forse nostra nell’incapacità di capire, prima che di chi ne soffre), i commenti di Susanna sul percorso di riscrittura-arrangiamento-interpretazione, quelli di Andrea sui significati dei brani scelti. “Il Saltimbanco e la Luna”, prodotto dallo stesso Pedrinelli e distribuito da Egea, contiene le canzoni che Enzo sottolineava fondamentali del proprio percorso. “Il cane con i capelli” (denuncia dell’emarginazione) del provino in Rai, “E l’era tardi” sulla torrida indifferenza del mondo davanti a chi soffre, “Natalia” sull’esperienza da medico e quanto di solito “le canzoni non dicono”, “La fotografia” del coraggioso cantare la mafia a Sanremo, “Come gli aeroplani” della rabbia contro egoismo, arroganza e mercato globale, “L’uomo a metà” toccante testamento etico di una generazione, “Vincenzina e la fabbrica” della svolta per cantare sé e la realtà, “Io e te” attualissimo grido della solitudine dei giovani, “Parlare con i limoni” che canta di Tenco e Gaber e di quanta fatica costi “farsi accettare con le canzoni”, “Sono timido” finto divertissement contro il razzismo. E poi tre brani di Susanna Parigi (“Liquida”, “L’attenzione”, “L’insulto delle parole”) riletti in modo inedito ma scelti perché in linea con i contenuti etici e poetici dell’opera di Jannacci. Ed infine quella “El portava i scarp del tennis” con cui Jannacci divenne “Saltimbanco” (propria e pudica autodefinizione degli anni ’70), canto degli ultimi e di Milano, emblema musicale di un linguaggio inedito, cui presta la voce, adattandosi all’arrangiamento teatrale del brano nello spettacolo, l’amicizia di Enzo Iacchetti. E la luna? La luna è nel brano che dà il titolo al disco, “Mamma che luna che c’era stasera”, uno degli ultimi inediti di Jannacci. La luna è la vita, cui il Saltimbanco guarda per provare a ridarla agli altri. Chiedendosi se esistono gli angeli, disgustato dalla gente di paglia, illuminato dallo sguardo di un bambino che non lo porterà in tv, no. Ma in una miniera. Dentro la realtà, con i modi surreali eppure concretissimi, poetici e struggenti, di Enzo Jannacci, professione genio da non dimenticare.
1. Mamma che luna che c’era stasera2. L’uomo a metà 3. La fotografia4. Vincenzina e la fabbrica5. Liquida6. Io e te7. L’insulto delle parole8. Natalia9. Il cane con i capelli10. Sono timido11. L’attenzione12. E l’era tardi13. Come gli aeroplani14. Parlare con i limoni15. El portava i scarp del tennis