ISOLE (ISLANDS)
€14,92
Disponibile
Ha lo stesso titolo di un antico capolavoro dei King Crimson questo progetto nato in Italia e, mutatis mutandis, ne rammenta il senso di quieta malinconia raffinatissima. All’opera Bebo Ferra alle chitarre, il magnifico Paul McCandless degli Oregon al sax, oboe, corno inglese, clarinetto basso, Paolino Dalla Porta al basso ed infine come ospite Fulvio Maras, il percussionista che forse meglio in Italia è in grado di muoversi in questi territori di confine fra jazz, raffinato camerismo e suggestioni etniche. Il disco è elegante e meditabondo, i suoni ripresi con una chiarezza piena che dovrebbe essere di modello ad altre etichette. Il vertice emotivo si tocca nella seconda traccia, con una struggente resa strumentale della tradizionale Ave Maria sarda.
Guido Festinese
Un “blindfold test” potrebbe portare fuori strada anche i più esperti, in quanto l’architettura strumentale e il clima sonoro di “Isole” sono grossomodo sintonizzati sulle eteree frequenze etno-jazz coniate più di tre decenni orsono dagli Oregon, di cui Paul McCandless è uno dei membri fondatori. Anche qui abbiamo a che fare con un quartetto, che oltre ai fiati di McCandless vede all’opera Bebo Ferra alle chitarre, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Fulvio Maras alle percussioni.
I dischi della EGEA possiedono ormai un marchio di qualità non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto sono una garanzia di quello prettamente artistico, tant’è che non ha certamente esagerato chi a definito la coraggiosa label la “ECM italiana”. Non fa eccezione “Isole”, che pur percorrendo sentieri allineati con la band originaria di McCandless, è comunque in grado di regalare ampi squarci di sole attraverso piccoli grandi affreschi in perenne bilico tra folclore e jazz. Ottimo l’affiatamento dei tre italiani, artefici di un sottofondo elettroacustico fatto di ritmi in punta di piedi, di classe, di discrezione.
Enzo Pavoni
In perfetta sintonia con le suggestioni e gli umori cari all’etichetta perugina, il progetto di “Isole” si insinua come portavoce naturale di tale riconoscibile sensibilità. Il suono inconfondibile di McCandless che porta con sé molto di Oregon nonché la sua innata visione di cantabilità delle parti, fanno da contorno timbrico all’intera incisione. Ciò che risiede dentro al disco è un viaggio verso le profondità sonore dei tanti “mediterranei” che attorniano certe isole sonore. La fusione di stilemi dall’impostazione europea (Mircau), la discorsività raffinata di Celeste, la triste passionalità di Linea d’Ombra, fanno osservare con purezza ed equilibrio l’anima stessa di un lavoro che splende di giocosa pulsione ed emblematici squarci poetici.
Gianmichele Taormina
1. Elle2. Ave Maria3. Pigami4. Bagatella mediterranea5. Mircau6. Sogno7. Celeste8. Linea d’ombra