LETTERS TO HERBIE
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Herbie Hancock è senza dubbio uno dei pochi grandi compositori e pianisti di jazz del nostro tempo. Nel suo nuovo album intitolato “Letters to Herbie”, la cantante Viktoria Tolstoy ha registrato 12 canzoni dedicate a (e in maggior parte scritte da) questa straordinaria leggenda vivente del jazz. Viktoria Tolstoy è una grande ammiratrice di Hancock sin da giovane e desiderava da tempo dedicargli un tributo. «Penso che tutto sia iniziato nel 2004», spiega la cantante “al Jazz Baltica Festival in Salzau, quando ho avuto il privilegio di condividere il palco con Herbie e la sua band, tra cui il sorprendente Wayne Shorter. Dopo lo spettacolo ero seduta dietro alla batteria quando mi chiamano e mi dicono “Viktoria, Herbie vuole andare a cena con te!”’ Ho immediatamente raggiunto Herbie e la sua band. Ero seduta di fronte al mio idolo e accanto a Wayne Shorter. E ‘stata un’esperienza veramente surreale e mi sono goduta ogni secondo!». Inutile dire che è stata l’apertura di Hancock verso il pop, il soul e il funk che ha colpito di più Viktoria Tolstoy. Lei stessa ha raggiunto la fama internazionale grazie ad un album con influenze pop come “White Russian” (registrato con l’Esbjorn Svensson Trio) e da allora è rimasta fedele ad uno stile melodico condito con pop scandinavo, russo o americano. In “Letters to Herbie” Viktoria Tolstoy ha dovuto fare una scelta difficile. «Non è stato facile selezionare 12 canzoni , ma ho deciso di far scegliere al mio cuore». La cantante piuttosto che riprendere i più grandi successi di Hancock, come “Cantaloupe Island” o “Watermelon Man”, ha preferito scegliere quelle che l’avevano colpita di più e che meglio rappresentavano l’evoluzione musicale di Hancock. Il focus è in gran parte sulle canzoni della suo periodo funky degli anni Hancock, con brani come “I Thought It Was You” o “Give It All Your Heart”, ma ci sono anche classici come “Butterfly” o “Naima” di Coltrane, di cui Hancock ha registrato una splendida versione nel 2002. Il risultato è un album variegato e convincente grazie anche alla sintonia della cantante con la sua band e in particolare con Nils Landgren. Oltre a produrre l’album e suonare il trombone, Landgren ha scritto la canzone che dà il titolo all’album, interpretata con la Tolstoy, che racconta la storia dell’incontro di Viktoria con Hancock. Pianista di lunga data della Tolstoy, Jacob Karlzon, accetta la sfida di prendere il posto del maestro e convince con assoli impressionanti al pianoforte e una grande varietà di toni e colori sulle tastiere, mentre Mattia Svensson al basso e Rasmus Kihlberg alla batteria forniscono l’atmosfera e il ritmo giusto. Alla chitarra Krister Johnsson è fortemente influenzato dalla musica soul, e a volte evoca George Benson, impressionanti sono poi gli ottoni suonati e arrangiati da Magnus Lindgren.
1. Trust Me2. Textures3. I Thought It Was You4. Chan’s Song5. Butterfly6. Come Running to Me7. Give It All Your Heart8. Letter to Herbie9. Paradise10. Chemical Residue11. Tell Me a Bedtime Story12. Naima13. Come On, Come Over