Gustav Mahler rappresenta in certo senso un paradosso musicale. Da un lato, si configura come uno degli ultimi rappresentanti del Romanticismo musicale: in tal senso, qualità quali il sublime, l’eroico, l’immenso e l’infinito abbondano nel suo mondo poetico. Dall’altro lato, è noto per la presenza abbondante di musica popolare nelle sue opere, che talvolta degenera persino nel banale o kitsch – volutamente. Il sublime e il volgare sono sottilmente connessi, e in tal modo il sublime è portato a livello della terra, ma il volgare è elevato in modo corrispondente. Una simile dicotomia oppone le gigantesche forze musicali richieste per alcune delle sue sinfonie alla sua estrema maestria nelle forme ridotte (sia in termini di durata sia di organico: su tutte il Lied). In questo progetto discografico viene svelata una affascinante rete di riferimenti tematici nascosti tra le Sinfonie di Mahler e i suoi Lieder – così come tra la sua opera e quella di altri compositori viennesi come Schubert e la famiglia Strauss – mentre le versioni cameristiche dei suoi capolavori rivelano la trasparenza del suo pensiero musicale.
1. Sperl-Polka2. Blicke mir nicht in die Lieder!3. [transition] – Das irdische Leben – [transition]4. from Balletmusik I (Rosamunde)5. Symphony No. 1, from III mov.6. Romanze from Rosamunde7. Rheinlegendchen8. Schilflied9. Wo die schönen Trompeten blasen – [transition]10. Wer hat dies Liedel erdacht?11. [transition] – Symphony No. 4, from II mov.12. Die Nachtigall13. Symphony No. 3, from III mov. (Ablösung im Sommer) – [transition]14. from Balletmusik II (Rosamunde) – [transition]15. Symphony No. 1, from II mov. – [transition]16. Des Antonius von Padua Fischpredigt17. Urlicht