NEW YORK, N.Y.

“Nel 1934, il mio insegnante di quinta elementare ci affidò il compito di scrivere un tema sul nostro argomento preferito. Scelsi New York per il suo glamour e la sua raffinatezza, e per quello che mi trasmetteva in quel momento, appena undicenne e così aperto alle novità. Non sarei stato in grado di esprimere i miei sentimenti per New York all’epoca, ma l’energia vitale positiva della Grande Mela mi aveva colpito e stregato. Il tema mi fruttò una A + (una delle poche nella mia vita accademica). Molti anni e dischi più tardi, mi sono ritrovato nell’ufficio di uno dei più grandi produttori musicali di tutti i tempi, il leggendario Milt Gabler. Dissi a Milt che il mio amore per New York mi aveva portato all’idea di un poema sinfonico che celebrasse la città. Volevo che fosse uno spettacolo musicale con vari atti o eventi tenuti insieme dalla prosa scattante di Jon Hendricks, di Lambert, Hendricks e Ross. Convinsi Milt che avevo bisogno di una band stellare e lui mi disse “Va fuori e assumi i migliori.” Tutto è andato liscio, tranne che per uno strano episodio che aveva convinto i musicisti più navigati che il nuovo ragazzo prodigio, John Coltrane, non conoscesse il cambio di accordi per il suo assolo su “Manhattan”. Trane aveva camminato per lo studio con la sua partitura, tenendo la sessione in sospeso per almeno un’ora, i musicisti stavano diventando inquieti, e persino arrabbiati. Infine ha preso posto nella sezione dei sassofoni, ho chiamato l’ultima take di “Manhattan” e l’assolo di Coltrane si è alzato in volo su tutti e tutto come un’aquila lucente. ”
George Russell