SACRUM PROFANUM
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L’album “Sacrum Profanum” rappresenta un nuovo inizio per il violinista polacco Adam Bałdych. Dopo la pubblicazione del suo primo album per la Act nel 2011, “Imaginary Room”, Bałdych si è velocemente affermato come uno dei migliori violinisti jazz viventi. Se nei suoi precedenti lavori Bałdych ha messo in luce le sue straordinarie doti tecniche e la sua padronanza del linguaggio jazzistico, in “Sacrum Profanum” inaugura invece un nuovo percorso di ricerca musicale riscoprendo l’amore per la musica sacra nelle sue molteplici forme. Dalle opere della mistica medievale Ildegarda di Bingen e quelle del compositore rinascimentale Thomas Tallis, passando per l’odierna avanguardista russa Sofia Gubaidulina, Bałdych cattura la bellezza della musica mistica interpretando lavori senza tempo attraverso la lente il linguaggio musicale contemporaneo. «Da giovane sono stato espulso dalla scuola di musica poiché suonavo jazz, improvvisavo e mi ribellavo alla tradizione classica nel tentativo di ridefinire il suono del violino – spiega Bałdych – Ora ho sentito il bisogno di connettermi nuovamente con la mia più grande ispirazione: la musica classica». Ciò nonostante “Sacrum Profanum” non è certamente un album di musica classica, tantomeno new-age. L’estetica di Bałdych non ha confini: fonde la profondità e il linguaggio della nuova musica classica con l’autoespressione del jazz e la ricca tradizione dell”Europa dell”est.
1. Spem in alium2. O virga ac diadema3. Profundis4. Concerto for Viola and Orchestra5. Bogurodzica6. Miserere7. Repetition8. Longing9. Miracle of ‘8710. Jardin