Nato nel 1906 a Mogliano Veneto (in provincia di Treviso), ma torinese di adozione, Sandro Fuga studiò pianoforte sotto la guida di Luigi Gallino, organo con Ulisse Matthey e composizione con Luigi Perrachio, Franco Alfano e Giorgio Federico Ghedini. Figura di artista elegante e amabile, dall’aristocratico riserbo tipicamente subalpino e dalla vasta cultura, Fuga fu pianista raffinato e sensibile, nonché didatta di singolare caratura. Un musicista che fece il proprio credo estetico, passando indenne (val la spesa di rimarcarlo ancora una volta) entro le sterili secche di certa avanguardia, destinata ad invecchiare entro l’espace d’un matin. Umberto Aleandri e Filippo Farinelli ci presentano l’opera riguardante le tre sonate per violoncello e pianoforte (due delle quali in prima incisione assoluta), limpido emblema della capacità compositiva dell’autore, pullulanti di piacevoli e varie soluzioni di scrittura elaborate sempre con consumata perizia e filtrate da una grande conoscenza della tradizione passata.
Sonata I[1936]
1. Calmo, sereno – Molto allegro
2. Grave e sostenuto
3. Vivace, rapsodico, con spirito
Sonata II [1973]
4. Calmo
5. Vago, con semplicità
6. Allegro vivo
Sonata III [1989]
7. Molto allegro
8. Calmo
9. Scorrevole moderato
10. Vivo