Oltre ad essere uno dei più famosi fotografi di jazz di tutti i tempi, Francis Wolff (1907-1971) è stato anche produttore discografico e uno dei protagonisti del successo della casa discografica Blue Note. Nato a Berlino, divenne presto un appassionato di jazz, nonostante il divieto governativo di suonare quel tipo di musica dopo il 1933. Perseguitato in quanto ebreo, nel 1939 lasciò Berlino, dove aveva già iniziato a lavorare come fotografo, e si stabilì in New York. Lì iniziò a lavorare con il suo amico d’infanzia Alfred Lion che aveva fondato la Blue Note Records con Max Margulis. Quest’ultimo abbandonò presto qualsiasi coinvolgimento nell’azienda e Wolff si unì a Lion nella gestione dell’etichetta. Wolff ha scattato migliaia di foto durante le sessioni di registrazione e le prove. Il suo stile fotografico sarebbe per sempre stato associato alla Blue Note e al jazz in generale.
Quando Rollins è entrato in studio il 22 Giugno 1956 per registrare “Saxophone Colossus”, uno dei suoi album più acclamati come leader, era già un membro regolare del celebre Max Roach & Clifford Brown Quintet da un anno e mezzo (questo spiega la presenza Roach nell’album). Appena quattro giorni dopo la registrazione questo gruppo non esisteva più. Infatti a causa di un tragico incidente stradale il 26 Giugno Clifford Brown e il pianista della band Richie Powell persero la vita. Ad appena 26 anni, Rollins era già una figura ben nota nel mondo del jazz. Aveva già registrato diversi album come leader ma, soprattutto, era stato membro di una delle formazioni più importanti del periodo: il Miles Davis Quintet. Dopo lo scioglimento del Max Roach & Clifford Brown Quintet, Rollins si concentrò sempre più sulla sua carriera solista che prosegue instancabile ancora oggi.
Side A:
1 Saint Thomas (Sonny Rollins) 6:48
2 You Don’t Know What Love Is
(Don Raye-Gene De Paul) 6:30
3 Strode Rode (Sonny Rollins) 5:16
4 It’s All Right With Me (Cole Porter) 6:09*
Side B:
1 Moritat (Kurt Weill-Bertolt Brecht) 10:02
2 Blue 7 (Sonny Rollins) 11:18
3 Raincheck (Billy Strayhorn) 6:01*