SWANSONGS

Ecco un musicista la cui carriera, ormai ultraventennale, è una continua alternanza tra una serie di lampi di genio e lunghi periodi di silenzio. Il suo talento di musicista incontenibile e non etichettabile, enormemente innamorato della propria libertà di spaziare con uguale mirabile disinvoltura e nei territori rock, soul, folk o jazz, gli ha fruttato una stima incondizionata da parte dei colleghi. Da Marc Ribot e David Byrne fino a Philip Glass e Oren Bloedow (Elysian Fields), ovvero la crème de la crème della scena musicale newyorkese, nutrono tutti un incondizionato rispetto per quest’artista. Eppure, per quanto riguarda i media più influenti o il grande pubblico, sembra che Mark Anthony Thompson, a.k.a. Chocolate Genius Inc., rimanga inspiegabimente un enigma. Dopo cinque lunghi anni di silenzio, ecco arrivare Swansongs, il suo quarto album e la sua nuova scommessa. Un lavoro che racchiude tutti i talenti del suo autore in una forma unicamente armoniosa e che sembrerebbe annunciare un inevitabile lancio sotto i riflettori, o quantomeno il riconoscimento che merita. Colmo delle riflessioni tipiche di un uomo che raggiunge l’età matura, Swansongs sonda le acque inquiete del ricordo, dell’introspezione e del lutto. Chocolate Genius consegna un’opera di suoni e poesia la cui lampante bellezza arriva con contorni nitidi e chiarissimi. Un album in cui si assommano il meglio delle abilità in termini di scrittura, performance e produzione che già erano emerse fin dal suo primo album.
Liberi dagli orpelli che talora avevano a tratti alterato l’eleganza degli album precedenti, scrittura e interpretazione fluttuano da una meraviglia all’altra. Dai riverberi blues di Enough For You all’abbraccio di pianoforte e voce di Like a Nurse e Sit & Spin, dalla tortuosa discorsività di Lump all’impeto salutare di When I Lay You Down e Ready Now, dalle confessioni carnali di Kiss Me al testo spettrale di Mr. Wonderful (dove la voce del padre scomparso svanisce a sua volta in un respiro elettronico), tutto in Swansongs è appeso al filo di un’ispirazione libera da limitazioni di stile e di genere. Negli ultimi anni Chocolate Genius si è costruito una reputazione nel sound design e nella realizzazione di colonne sonore per film e spettacoli teatrali, ma ha anche vissuto un’intensa esperienza sul palco quando si è unito come tastierista e cantante alla band di Bruce Springsteen in occasione del Seeger Sessions Tour del 2006. Ed è propriò là, in bilico tra questi apparenti poli opposti, ovvero tra l’avventura sonica e la scrittura tradizionale, tra la pura ricerca formale e l’esplorazione delle profondità dell’animo umano che si può ritrovare la singolare bellezza di Swansongs. E rimane la sensazione che, per Marc Anthony Thompson, quest’equilibrio si stia palesando non solo con splendida coerenza e completezza, ma anche sotto forma di una rinascita artistica ricca di promesse.