THE JAZZ STYLINGS OF [LP]

L’espressione “ciò che non ti uccide ti rende più forte” può essere ridotta alla sua essenza in una parola: resilienza. Capita spesso che le persone con disabilità specifiche imparino ad aggirare il proprio handicap sviluppando altri talenti e nel processo creano uno stile unico. Questo è vero nella musica come in qualsiasi altro ambito della vita. Proprio come il chitarrista Django Reinhardt ha creato uno stile altamente individuale dopo aver perso due dita della mano sinistra, così la leggendaria cantante Anita O’Day (1919-2006) ha superato la rimozione accidentale della sua ugola (la parte carnosa del palato molle che pende sul dorso della lingua) per diventare una delle massime esponenti del genere jazz vocale e un’interprete di canzoni davvero originali. Incapace di sostenere le note o usare il vibrato, O’Day ha usato il suo suono pulito con grande effetto e ha sviluppato uno stile di staccato veloce basato più su crome e sedicesimi che su quarti. Aveva anche un’intonazione eccellente, una forte comprensione dell’armonia, un grande senso ritmico e uno stile swing irrefrenabile. Le sue superlative doti di improvvisatrice l’hanno resa una delle grandi paladine vocali del movimento bebop tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta. La discografia di Anita contiene un totale di 187 sessioni in studio separate o registrazioni dal vivo tra il 1941 e il 2005, di cui 89 sono state pubblicate a suo nome. Mentre la cantante ha guadagnato fama con artisti del calibro di Gene Krupa, Woody Herman, Stan Kenton e Benny Goodman, i suoi 17 album registrati tra il 1952 e il 1962 per le etichette Clef e Verve di Norman Granz sono ciò che le ha assicurato il posto come una delle grandi dive del jazz. Questo LP contiene alcune delle sue migliori registrazioni di quel periodo.